È un colore, oppure no? Gli Impressionisti definirono il bianco e il nero dei “non-colori”, perché le loro versioni assolute, in natura, non esistono: è sempre possibile cogliervi una pur minima sfumatura. Dal punto di vista ottico, il bianco è la somma dei colori. Un raggio di luce bianca, scomposta da un prisma, rivela tutti i colori dell’arcobaleno.
Sintesi additiva: la luce rossa, quella verde e quella blu, sommandosi l'un l'altra, creano i diversi colori. L'unione di tutte e tre crea la luce bianca. |
Chi ha avuto modo di usare un programma di grafica, ha quasi certamente sentito parlare di “metodo RGB”. Che cos’è? È un sistema, chiamato anche tricromia (tre colori base: Red, Green, Blue, da qui RGB), che codifica i colori delle immagini destinate agli schermi e si basa proprio sul principio della luce. Le sovrapposizioni dei colori primari creano quelli secondari e, a seconda di quanto sia intensa la loro luminosità, danno origine a infinite sfumature. L’unione di tutti e tre i colori primari, alla loro massima saturazione, riproduce il colore della luce pura, ovvero il bianco.
Questo metodo è anche detto “a sintesi additiva”, perché miscelando i colori si aggiunge luminosità. Perciò, che lo si consideri un colore o no, il bianco è il massimo grado della chiarezza. Esiste anche il metodo “a sintesi sottrattiva”, che invece toglie luce man mano che si miscelano i colori; è la quadricromia, di cui – spoiler! - parlerò nel mese del nero.
Già in questi dati tecnici, il bianco presenta le sue principali valenze simboliche: luce, purezza, somma di parti (quindi unione) e polarità, che può essere intesa anche come assoluto… e assoluta superiorità. È spesso un colore sacro perché, come abbiamo già visto con il giallo, la luce è strettamente legata alla divinità. In più, la purezza del bianco richiama i significati cristiani di fede, compassione, innocenza e castità e per questo assieme al blu, principio femminile, è il colore della Vergine Maria.
Il suo significato di “assoluto” si lega anche all’eternità, all’atemporalità e al silenzio. Kandinskij, infatti, considerava il bianco come una pausa musicale. Non è un colore che ha un dinamismo interno ma, nella sua stasi, comunica una delicata fermezza. Simboleggia anche la rinascita, il rinnovamento e l’evoluzione: l’opera al bianco è la fase alchemica in cui la materia si purifica e si appresta a trasformarsi ulteriormente. Insomma, per essere un non-colore, il bianco ha davvero molto da dire!
Tre anni fa, ho assistito alla “Lezione sul bianco” che Riccardo Falcinelli, fresco della pubblicazione di Cromorama (secondo me, il libro definitivo sul colore), ha tenuto nella manifestazione Più Libri Più Liberi. Durante la lezione ha fatto notare – tra le altre cose – come il bianco sia una sorta di grado zero, uno spazio neutro in cui si creano contenuti diversi; di per sé non comunica molto, ma rivela la sua forza, i suoi significati e le sue tante sfumature solo se posto in relazione con altri colori. Allora può spiccare, diventare etereo oppure opprimente, straniante oppure autorevole.
L’autorevolezza gli si addice: nella letteratura, dal Medioevo in poi, il bianco è il colore di personaggi speciali, come la dama angelicata o presunta tale, il cavaliere virtuoso, le creature ultraterrene, gli unicorni, il destriero cavalcato dal Principe Azzurro delle fiabe, la fanciulla che con il bianco rappresenta sia il suo status sociale (perché questo non era certo il colore adatto agli abiti di chi lavorava), sia un’elegante modestia.
I colori di Casa Stark sono ispirati alla rosa bianca, un simbolo degli York nella Guerra delle Due Rose. |
Il bianco è il colore della Dama del Lago e del suo figlio adottivo, Lancillotto del Lago. È il colore di Galadriel, di Éowyn e dell'albero di Gondor, nel Signore degli Anelli. È il colore della balena Moby Dick nell'omonimo romanzo; di Casa Stark e di Spettro, il metalupo di Jon Snow, nelle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Veste le fragili protagoniste dei romanzi gotici e quelle, umanissime, di Jane Austen. Proprio lei, in Mansfield Park, per rassicurare Fanny Price che si sente eccessivamente in ghingheri, fa sentenziare a Edmund: “Una donna non può mai essere troppo elegante se è tutta in bianco”. Infine, è bianchissima la luce che evidenzia la prima ballerina, durante un balletto.
Il bianco rappresenta il momento di quiete prima che avvenga qualcosa, è un colore che segnala un passaggio e, naturalmente, è il colore dell’illuminazione. Anche se da noi è associato alla neve e quindi all’inverno, in Cina è il colore dell’autunno e del pallore della morte che, in effetti, può essere considerata il passaggio più importante, insieme alla nascita. Così il bianco diventa il colore del lutto, ma anche del compimento e dell’equilibrio. Al contrario, per gli antichi Egizi era un colore allegro e di buon augurio.
Il bianco rappresenta il momento di quiete prima che avvenga qualcosa, è un colore che segnala un passaggio e, naturalmente, è il colore dell’illuminazione. Anche se da noi è associato alla neve e quindi all’inverno, in Cina è il colore dell’autunno e del pallore della morte che, in effetti, può essere considerata il passaggio più importante, insieme alla nascita. Così il bianco diventa il colore del lutto, ma anche del compimento e dell’equilibrio. Al contrario, per gli antichi Egizi era un colore allegro e di buon augurio.
Il bellissimo "angelo del dolore" nel Cimitero Acattolico di Roma |
Assieme al viola, il bianco è associato al VII Chakra, quello della Corona, il centro energetico che presiede alla coscienza, al pensiero e alla spiritualità, e che governa il cervello e il sistema nervoso. Dal punto di vista astrologico, infine, il bianco è legato alla Luna, all’argento e al segno del Cancro, che simboleggia l’archetipo materno.
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