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Il Sonno e la Notte



La saga delle piccole Moire continua. Qui mamma Notte sta confidando al figlio maggiore, il Dio del Sonno, che le sue sorelline sono intenzionate a non seguire la strada che è stata tracciata per loro. E cosa c'è da aspettarsi, quando le Dee del Destino rifiutano il loro destino?


Lo sconvolto Dio del Sonno, come da tradizione, indossa vesti grigie e ha il capo alato. E quali ali sono più appropriate, per lui, di quelle di uccello notturno? Ecco quindi, semplificate ma non troppo, delle ali di gufo.

Vista la situazione, non mi è sembrato utile attribuire una fisicità ai due dèi. Il disegno fatto in precedenza (e che non ho potuto fotografare) li mostrava impegnati in una conversazione con posture umane; il risultato era banale e ben più grigio del mantello del Sonno. Meglio mostrarli in volo, come spiriti fluttuanti.

La conclusione, comunque, è che queste piccole dee, le Moire, sono davvero tremende.
Cosa inventeranno, la prossima volta?


Almeno qualcuno si è divertito


Capita sempre così: viene un'idea, la si butta giù in uno schizzo più o meno comprensibile (i miei non lo sono, tanto per la cronaca), poi si passa al bozzetto, si ripuliscono le troppe linee di matita, si tracciano i contorni, si comincia a stendere il colore... Passo dopo passo, il disegno prende forma e di rado è come lo si era immaginato.
Il che è bello, sorprendente, come se un'illustrazione avesse una sua personalità, indipendente da quella di chi la crea. Poi ci sono i disegni che non vengono come li si era immaginati... purtroppo.

Questo mi ha fatto dannare: l'ho finito, ripreso, corretto e non vedevo l'ora di terminarlo di nuovo per non rivederlo più. Be', insomma, per non rivederlo per un po'.

La prima versione. Moscia.

È un flashback che vuole richiamare le ceramiche greche a figure nere in una scena che è contemporanea: le piccole Moire, le Dee del Destino (vedi il post precedente e quello sulla prima tavola del progetto), vanno al luna park con il nonno, il Dio del Tempo. E si divertono tanto, beate loro.
La prima versione non mi convinceva per niente: l'acquerello era troppo delicato per suggerire un contrasto forte come quello delle ceramiche. Il disegno è stato quindi coperto, zona per zona, con dell'inchiostro nero, e i contorni sono stati ripassati con acrilico bianco.

Meglio passare a un'altra illustrazione, adesso.

"Dài, che la facciamo impazzire!"

Il filo del destino


Il progetto del libro Le Moire - Sorelle del Destino, prosegue. Non che sia un percorso proprio lineare, eh. Anzi, da quando con Rosanna ci siamo imposte delle date precise per iniziare a proporre il libro a diversi editori, è stato uno stillicidio di contrattempi, acciacchi, preoccupazioni e brutte notizie, arrivati tra capo e collo all'improvviso.

Il destino è quel che è...
Che le dee si siano offese per come le ho rappresentate? Avrò sbagliato il colore dei capelli di qualcuna? Sono pronta a correggere e rifare, eh, ma gradiremmo segnali più chiari e pacifici!

E allora, dopo aver saltato sia la prima, sia la seconda data di invio, facciamo finta di niente e spediamo quando ci viene, così, a sorpresa. Intanto, si procede.
Questa è la matita della copertina, in cui si vedono le piccole Cloto, Lachesi e Atropo giocare col filo del destino, sullo sfondo del manto della loro mamma, la Dea della Notte.

 

La prima campitura di colore è sempre una strana gioia, il momento in cui il gioco si fa serio e lasciare il lavoro a metà diventa una piccola sconfitta.

  

Come al solito, mi diverto parecchio a dipingere cieli stellati. È persino banale sottolineare il fascino che il firmamento esercita sulle menti di noi piccoli umani..


Ho notato che macchiare e sfumare il cielo e, soprattutto, riempirlo di stelle non mi stanca mai. Nel senso che a un certo punto devo forzarmi a smettere, se no è troppo. Per esempio, forse nella tavola della Dea della Notte mi sono lasciata prendere un po' la mano!


Grazie al prezioso aiuto di Arianna, abbiamo anche una proposta di copertina e due tavole impaginate. Come ha detto Rosanna, sembra un libro vero! Speriamo. E torno alla terza illustrazione, quella di pagina 5, che mi era uscita una schifezzina e mi tocca correggere o rifare da capo. Dee del Destino, siate clementi. In fondo, qui, vi si vuole bene.


La stagione del silenzio


Da tre mesi esatti, una stagione intera, il blog tace e anch'io. Non letteralmente, creativamente.
La carenza d'ispirazione che montava da un paio d'anni si è tradotta in un blocco creativo, che mi ha spiazzata e preoccupata non poco e che ho affrontato come se fosse un enorme brufolo: lo schiaccio o lascio che faccia il suo corso? Prima o poi passerà... ma se non passa? Resterò con quest'escrescenza dolorante in mezzo alla faccia? Ovviamente c'è di peggio nella vita, ma...

Naturalmente aveva ragione chi diceva d'avere pazienza, è una fase, certo che passa. Hai bisogno di riposarti, hai bisogno di rigenerarti, hai bisogno di ricaricarti, hai bisogno di annoiarti. Ho provato a fare tutto ciò e anche il contrario, intestardendomi a voler scrivere e fissando per ore schermo e tastiera, con l'unico risultato di dover mettere una dose generosa di collirio. Durante la stagione più abbagliante dell'anno, mi sono spenta, e risalgo la china in autunno. Sapevo di detestare l'estate, ma ora inizio anche a sospettare d'essere un fungo.

Ora, non so se in questi tre mesi timorosi sono riuscita effettivamente a riposarmi e rigenerarmi (annoiarmi no, c'è sempre troppo da fare), non so se ho superato lo fase più dura del cambio di stagione o del cambio di luna, vai a sapere... Fatto sta, qualcuno ora legge queste parole.

E, soprattutto, ha finalmente visto la luce la prima tavola dedicata a una fiaba mitologica scritta da Rosanna. Protagoniste le Moire, dee del Destino, quand'erano giovani e ribelli. Eccole qui, appena nate dal manto della Notte.


A rileggerci, magari prima di tre mesi.