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L'Olocausto disegnato


In occasione della Giornata della Memoria, un po' tutta la settimana che la precede è dedicata da tv, giornali e siti Internet alla storia dell'Olocausto e alle molte piccole storie all'interno di questo crimine epocale. Sono decine i film e i libri su questa tema, e non mancano i libri illustrati.

Conosci Rosa bianca, di Roberto Innocenti?
Quando ho avuto l'opportunità di frequentare un corso con lui, il Maestro Innocenti ci ha raccontato che, negli anni '80, lavorava come grafico e iniziava a pubblicare anche come illustratore. Uno dei suoi primi lavori personali fu proprio Rosa Bianca, da lui scritto e illustrato per raccontare a sua figlia il nazismo e i campi di concentramento e sterminio. A una prima lettura, è un libro delicato. In realtà, lavora per sottrazione, mostrando la quotidianità di una piccola città tedesca attraverso gli occhi della bambina protagonista.


Rosa Bianca sa che c'è la guerra, ma non può sapere cosa sia il nazismo; sa che è passato tanto tempo da quando suo padre, partito soldato, le ha scritto una lettera e può solo notare che sua madre da allora si veste di nero. Rosa Bianca non capisce come mai il Borgomastro e i suoi concittadini siano così felici nell'esporre le bandiere rosse con quel simbolo a croce, ma tutti applaudono, sembra una festa, quindi sorride anche lei. Solo che poi, col passare delle settimane, nota che la gente ride sempre meno, e che i soldati che passano in città sono sempre meno baldanzosi. Oltre a loro, vede passare di continuo dei camion e un giorno da uno di questi scappa un bambino, subito riacciuffato dal Borgomastro e dai soldati. Perché quel bambino viene arrestato? Dove lo stanno portando? Curiosa, Rosa Bianca segue il camion fuori città, attraverso il bosco, fino a un confine di filo spinato, dove trova tanti altri bambini, magri, stracciati e infreddoliti, che le chiedono da mangiare...

Se si legge il libro con la giusta lentezza, soppesando le parole semplici, osservando gli infiniti dettagli delle tavole, che sono il segno distintivo di Innocenti, allora Rosa Bianca non è un libro delicato. Perché mostra la guerra in una quotidianità che, tutto sommato, dalla guerra non viene direttamente toccata. La cittadina della protagonista non è teatro di battaglie, non subisce bombardamenti, eppure tutto precipita e il finale ha l'amarezza di un'ennesima tragedia, stavolta inaspettata.


Innocenti ci raccontò che fece vedere il progetto di Rosa Bianca a un'importante editrice, ma gli venne rifiutato, con la motivazione che questi non fossero argomenti per bambini. Il libro fu quindi pubblicato negli Stati Uniti e in diversi paesi europei, nel 1985. Solo cinque anni dopo, a seguito del successo all'estero, fu pubblicato anche in Italia. Evidentemente, nel frattempo, o gli argomenti per bambini si erano diversificati, o il libro era diventato per adulti.


Più famoso di Rosa Bianca è il fumetto Maus di Art Spiegelman.
Se Rosa Bianca era apparentemente delicato, Maus non lo è mai, né in apparenza, né nella sostanza. Spiegelman racconta, con un tratto duro e doloroso, del suo rapporto con il padre, reso difficile dal disagio. Lui, cresciuto in un ambiente sereno, prova un costante senso di colpa e d'inadeguatezza di fronte agli orrori vissuti dai propri genitori, ebrei polacchi. E per spiegare questo disagio, disegna proprio la loro storia, fatta di fughe, paura, perdite, fino alla prigionia nel lager.

La prima caratteristica che salta all'occhio di questo fumetto è la resa delle diverse nazionalità sotto forma di animali: gli Ebrei sono topi, i Tedeschi gatti, gli Americani cani.... Ma alla fine questo resta un dettaglio, a fronte di ciò che si sta leggendo. Non è una lettura semplice, né viene tanta voglia di riaffrontarla, una volta conclusa; ciò può essere una prova della sua efficacia, che gli è valsa un premio Pulitzer. Anche quest'opera vede la luce tra la metà degli anni '80 e i primi '90, ed è composta da due volumi: Mio padre sanguina storia ed E qui sono cominciati i miei guai, che però da tempo si trovano riuniti in un unico libro.


Rosa Bianca e Maus sono due libri diversissimi, ma entrambi hanno un modo originale di raccontare questa pagina della storia europea.

Hai altri libri illustrati da consigliare, sull'argomento?
Scrivili nei commenti, consigliamoci a vicenda!

Weekend col Maestro

Da Casa del Tempo, di Roberto Innocenti

Disegnare s'impara tutti, ma bisogna disegnare sempre.

Navigando in Rete si scoprono cose utilissime, come ad esempio che esiste una giornata internazionale per quasi ogni cosa. Oggi per esempio, 27 aprile, è la giornata mondiale del disegno. Mi sembra il giorno giusto per ricordare il workshop che ho frequentato nell'autunno 2016, tenuto da Roberto Innocenti per la Scuola d'Illustrazione di Scandicci.


Due giorni passati con altri illustratori, circondati dai libri dipinti da Innocenti e insieme a lui, naturalmente. Uno dei più grandi illustratori al mondo che, come un prestigiatore, ha tirato fuori dalla sua valigetta disegni, boccette di colori, ex libris inediti. Lo abbiamo ascoltato raccontare quanta ricerca e quali suggestioni ci sono dietro ogni sua opera, da Cenerentola a Rosa bianca, da Pinocchio al Canto di Natale, fino allo Schiaccianoci, L'ultima spiaggia e Casa del Tempo, forse il mio preferito.


Abbiamo potuto vedere dal vivo l'impressionante precisione del suo lavoro, eseguito a matita su grandi fogli di carta da lucido, ricalcato e rifinito nei tanti minimi dettagli con linee pulitissime di matita dura, che poi vengono ricalcate su carta da acquerello tramite uno strumento dalla punta a sfera (chiedo venia, non ricordo come si chiami... ed è stata una questione molto dibattuta, durante il corso!). Ogni disegno viene quindi capovolto a specchio e tutto questo perché, in genere, Innocenti non ama vedere nella tavola finale nessun segno di matita. Usa l'acquerello anche per ripassare i contorni delle figure, ovviamente con un pennello sottilissimo. Se invece vuole divertirsi, ripassa il tratto a china e poi colora.


Come quasi tutte le persone davvero grandi, Innocenti è stato umile e amichevole. In aula lo guardavamo in silenzio, adoranti, per poi scherzare con lui in pausa pranzo, mangiando un panino in strada. Con la sua aria bonaria da nonno e la sua parlata fiorentina, ci ha accennato ai suoi esordi, al fatto di essere un autodidatta che da adolescente lavorava in acciaieria, al suo essere un illustratore che vive e dipinge in Italia, ma pubblica da sempre all'estero, soprattutto negli Stati Uniti e in Germania, dove ha illustrato la saga di Montalbano con uno stile insolito e un po' grottesco. Sembra incredibile ma i suoi libri, in Italia, vengono pubblicati acquistando i diritti dalla sua agenzia statunitense. E diciamolo, il fatto che Innocenti - Innocenti! - non sia stato mai direttamente prodotto in patria, lascia spazio a parecchie considerazioni editoriali.


Il Maestro è stato gentile e disponibile con tutti i partecipanti; ha avuto per ognuno un consiglio, un complimento, un incoraggiamento. Quando ha visto il mio disegno... «Oh, bellino! Davvero, va bene. Si vede che di già pubblichi. Pare l'inizio di una storia». Penso di non aver capito più nulla per i successivi dieci minuti. E già mi ero emozionata come una polla, perché il secondo giorno lui ricordava il mio nome!

Il disegno in questione era questo, mostrato a colori qui.

Per quanto riguarda il mestiere vero e proprio, i suoi consigli sono stati sia teorici, sia pratici.

Teoria
L'illustratore è più simile a uno scrittore o un fumettista, che a un pittore o un artista. Questo perché l'arte ormai trascende il disegno, la tecnica e spesso anche la resa comunicativa; conta solo l'idea. L'illustrazione invece si rivolge a un pubblico - quale esso sia - racconta qualcosa di preciso, viene riprodotta in copie e deve anche venderle. L'illustrazione, quindi, non è solo un bel pezzo unico da incorniciare. I mezzi sono gli stessi della pittura "alta", le finalità no.


Pratica
La tecnica prediletta da Innocenti è l'acquerello, tuttavia non disdegna di accompagnarlo alla china e sperimentare altre materie, come ad esempio gli acrilici. Per i quali consiglia di non usare mai tavolozze di plastica, a meno di non volerle buttare, e preferire vetro o ceramica. In ogni colore acrilico, Innocenti mette una goccia di glicerina, che ne rallenta il tempo di asciugatura, così li si può usare con più calma e senza sprechi. Quando una tavola ad acrilico è asciutta, può essere ripassata con l'acquerello, per aggiungere una delicata velatura di colore. Usato in questo modo, l'acquerello ha una buona resa, perché non viene assorbito dalla carta.


Marche preferite
  • Schmincke e Dr. Ph. Martin's per acquerelli e acrilici (ma la seconda marca è difficile da reperire);
  • Winsor & Newton per acquerelli e tempere;
  • Lefranc & Bourgeois per il fissativo spray, utile a lucidare e ravvivare la tempera.
Da quando la sua carta preferita non viene più prodotta, il Maestro non ne ha nessuna che lo convinca del tutto. La meno peggio, secondo lui, è la Arches, che però ha il difetto di bere troppo colore e rendere difficili le sfumature pulite che lui ama tanto.

Ricalco di un disegno con lo strumento misterioso.

Pensieri sparsi di Innocenti:
  • «La cosa importante non è come si disegna, ma il progetto»
  • «Il design non l'ho mai fatto, perché per me un letto è un letto, non una cosa strana»
  • «All'estero, i libri illustrati son per chi li vòle (non solo per bambini)!»
  • «In tutti i libri che faccio c'è una bambina, è l'Alice che ci porta dentro la storia»
  • «La prospettiva, o va fatta benissimo, o è meglio non farla»
  • «Disegnare s'impara tutti, ma bisogna disegnare sempre».